In uno stato di costrizione e isolamento, il cervello cerca immagini di un vissuto che amplia ed espande l’angusto spazio materiale a disposizione. La ricerca del dettaglio corporeo è martellante e morbosa.
Quest’indagine diviene inevitabilmente fallimentare per la natura stessa della rievocazione di memorie, ormai distorte e corrose dallo stratificarsi delle esperienze di visioni immaginifiche, inducendo una ricerca potenzialmente infinita.